Enogastronomia e istruzione: studiare per il turismo alimentare
Il turismo è un settore estremamente variegato. Viaggiare, del resto, vuol dire scoprire un nuovo paese nei molteplici aspetti. Per questa ragione il settore turistico è a sua volta ramificato in diversi settori: per permettere ai diversi turisti di vivere ogni viaggio nel modo che trovano più adatto ai loro interessi e alle loro inclinazioni.
Perché profili diversi di turisti in una vacanza preferiscono concentrarsi su aspetti diversi. Quale deve essere il compito del settore turistico? Cercare di rispondere alla frammentazione della domanda offrendo risposte precise a precisi bisogni. Come la richiesta di scoprire l’Italia passando attraverso i suoi sapori.
Il nostro Bel Paese la sa lunga quanto a turismo enogastronomico: perché quindi non unire il bisogno dei giovani di trovare nuovi orizzonti lavorativi in cui mettere a frutto il proprio impegno e le proprie capacità con la necessità della nostra penisola di poter contare su professionisti in grado di dare il giusto risalto alle risorse che il territorio possiede?
In Italia l’amore per la gastronomia ha moltissimi proseliti e la stragrande maggioranza dei turisti che decide di trascorrere vacanze più o meno lunghe sul territorio italiano non riesce proprio a rinunciare a fare incetta di delizie culinarie.
Quando il turismo enogastronomico fa rima con scienza
Per parlare di cibo con cognizione di causa è necessario approfondire gli alimenti anche dal punto di vista scientifico. Per questo nei corsi di laurea in cui si formano i futuri professionisti del turismo alimentare gli studenti sono chiamati a sfamare la loro voglia di sapere studiando anche elementi di chimica, fisica e naturalmente microbiologia.
Perché non può esistere turismo enogastronomico laddove non esiste una cura del cibo completa, focalizzata non soltanto sul gusto, ma anche e prima di tutto sulla qualità del cibo e sull’igiene. Che permette di servire cibi e bevande sicuri e quindi di fare l’interesse del consumatore.
Chi si laurea in scienze e cultura della gastronomia e della ristorazione deve infatti essere in grado di controllare, passo dopo passo, il rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie nei vari passaggi dei processi di produzione degli alimenti. Il cibo, infatti, deve in primis essere di qualità: per questo chi è impiegato in questo ramo deve essere in grado di valutare sia le materie prime impiegate sia la qualità dei prodotti prima che essi vengano serviti agli ospiti.
Il mondo del turismo è come un banchetto
Hai fame di successo? Allora devi imbandire la tavola delle tue competenze con una laurea ad hoc e naturalmente con una tesi di laurea mirata. Perché conseguire un titolo di studio in una facoltà in cui si studiano materie legate alla gastronomia può spalancare al proprio CV le porte del turismo alimentare.
Una volta entrati in questo settore occorre però scegliere su quale aspetto concentrarsi. Quando il cibo e i viaggi si sposano, infatti, nasce l’esigenza di trovare figure professionali per molteplici ruoli. Lavorare nel campo del turismo alimentare può quindi voler dire molte cose.
Per esempio ci si può concentrare sulla verifica della qualità dei prodotti tipici, impegnandosi in studi tecnici di valutazione delle caratteristiche nutrizionali degli alimenti o ci si può dedicare alla promozione di questi prodotti lavorando nella comunicazione.