Più ricca e innovativa l’offerta formativa nei corsi di laurea dedicati al turismo
Si è tenuto il mese scorso a Roma, nella cornice di FareTurismo, l’incontro dei Presidenti e Coordinatori dei corsi di laurea e master in turismo. L’iniziativa, nata da una collaborazione tra SISTUR (Società Italiana Scienze del Turismo) e FareTurismo, è stata aperta dal saluto di Ugo Picarelli, direttore di quest’ultima, che ha ribadito la propria volontà nel mantenere attivi i collegamenti tra i soggetti coinvolti e il mondo del lavoro, nonché quello politico – istituzionale.
Al tavolo di coordinamento, come delegato di SISTUR, Rossana Bonadei (Università di Bergamo e Presidente del corso di laurea magistrale internazionalizzato in Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici).
“Durante l’incontro – afferma la docente dell’ateneo lombardo – abbiamo constatato che il panorama dell’offerta turistica nella formazione superiore è piuttosto ricco ed articolato. Con l’aiuto dei delegati regionali SISTUR ho preparato un’anagrafe dinamica dei corsi attivi nell’anno 2015, che ha fatto emergere un quadro in mutamento e novità e tendenze interessanti relative alla formazione nel settore. In particolare accanto alle lauree specifiche volute dal MiUR, la L15 Scienze del Turismo (triennale) e la LM49 Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici (Magistrale), si osserva una certa vivacità legata a percorsi interclasse, che portano sovente all’interno della loro denominazione un riferimento al turismo”.
Le “new entry”: beni culturali e ambiente
Accanto al già affermato connubio turismo e scienze economiche, si stanno facendo strada percorsi accademici incentrati su turismo/beni culturali e turismo/ambiente, nella direzione di nuove contaminazioni e quindi un certo livello di innovazione.
“Contaminazioni – prosegue Bonadei – che da un lato appaiono positive, poiché fanno intuire che il turismo sta entrando in vari corsi di laurea, seppure nel contesto di una lieve flessione nelle lauree proprie, L15 e LM49. Al momento, comunque, si contano 24 L15 e 16 LM49. Vorrei sottolineare inoltre che, consultando l’anagrafe Miur relativa al triennio 2010-13, abbiamo notato che la massa critica degli iscritti alle triennali in turismo ammonta a oltre 2000 studenti e quella delle magistrali intorno agli 800.
Senza dubbio un numero rilevante, così come interessanti sono i dati sui laureati e della loro occupabilità. Spesso coloro che decidono di intraprendere questi percorsi possiedono già un’occupazione in ambito turistico, il che dimostra una certa propensione da parte delle aziende del settore ad avere personale in formazione. Complessivamente, comunque, il numero dei laureati in turismo che trovano lavoro é superiore alla media nazionale“.
La didattica del fare
La parola chiave a tal proposito sembra essere flessibilità: al di là di competenze specifiche, da questi corsi escono profili in grado di operare in diversi ambiti, soprattutto nel caso delle lauree magistrali, dove alta è l’attenzione per la trasmissione di competenze non solo metodologiche e tecniche, ma anche di skills generali come capacità relazionale, inserimento in contesti già avviati, digitalizzazione e conoscenza delle lingue straniere.
L’Università di Bergamo è certamente un esempio in tal senso, accostando alla didattica istituzionale una buona dose di ‘didattica del fare’.
La nuove esigenze del mercato del lavoro
“Avendo internazionalizzato i nostri corsi – continua Bonadei – la qualità didattica è decisamente innovativa, grazie anche alla presenza di visiting professors conosciuti in tutto il mondo, che aiutano a portare diverse prospettive di analisi e nuove metodologie didattiche. Anche i nostri laboratori e seminari sono volti a trasmettere un ‘saper fare qualcosa’, con numerosi momenti di confronto con operatori che raccontano in concreto come si lavora nel settore.
Questo ‘saper fare’ cura aspetti tecnici, tra i quali produrre video, siti, database, questionari, ma anche l’acquisizione di concetti e strumenti specifici che servono a preparare tesi di laurea che richiedono visione progettuale”.
Non solo capacità tecniche ma anche ideative, quindi, per il laureati magistrali PGST: la risposta giusta ad un mercato del lavoro in continua evoluzione, come è emerso chiaramente dall’incontro romano, che Ugo Picarelli ha organizzato con la consueta ricchezza di voci e interventi autorevoli dal mondo istituzionale, produttivo e associazionistico del settore.